L’ABC dell’Open Knowledge

L’ABC dell’Open Knowledge

Molti dicono che il 2016 sarà l’anno dell’open knowledge in tutte le sue possibili declinazioni, comprese quelle applicabili al mondo della cooperazione e dello sviluppo globale. Ma cosa vuol dire open knowledge? Cosa sono gli open data? E perché sempre più persone ripongono così tante speranze in questi processi? Per open knowledge si intende qualsiasi argomento, informazione o dato che tutti possono utilizzare, riutilizzare e re-distribuire gratuitamente e senza alcuna restrizione legale, tecnologica o sociale. Gli open data sono quindi le basi dell’open knowledge. La conoscenza, infatti, diventa aperta e libera solo quando i dati disponibili sono utili, utilizzabili e usati da tutti.  

Quali sono le basi dell’open knowledge?

Le parole-chiave affinché il significato del termine openness sia tale sono:

  • Disponibilità e accesso: i dati devono essere disponibili nella forma più conveniente e disponibile possibile.
  • Riuso e re-distribuzione: i dati devono essere riutilizzati e re-distribuiti. Inoltre devono poter essere letti e compresi da parte di tutti.
  • Partecipazione complessiva: tutti devono avere la possibilità di usare, riutilizzare e distribuire i dati senza nessuna discriminazione.  

Quali dati?

Ci sono molti ambiti nei quali i dati aperti potrebbero essere utilizzati in maniera proficua:
  • Cultura: dati riguardanti le opere culturali come titoli e autori di libri, oppure opere archiviate nei musei e nelle biblioteche.
  • Scienze: dati prodotti dalla ricerca scientifica.
  • Finanza: dati come spese statali e informazioni sui mercati finanziari.
  • Statistiche: dati prodotti dagli uffici di statistica, come censimenti ed indicatori socio-economici.
  • Tempo: sono potenzialmente open data le numerose informazioni utilizzate per prevedere il tempo metereologico.
  • Ambiente: informazioni relative all’ambiente naturale come il livello di inquinamento, la presenza di inquinanti, la qualità dei laghi e dei mari dovrebbero essere disponibili e visibili da parte di tutti.
  • Trasporti: dati che riguardano la condizione di strade, traffico e statistiche aggiornate.  

Perché dati accessibili a tutti?
Ecco alcune delle ragioni principali:
  • Trasparenza: in una società democratica, i cittadini devono avere la possibilità di informarsi ed essere al corrente di tutto ciò che riguarda la società e l’ambiente che li circonda. Per questo, hanno il diritto di poter accedere liberamente ai dati e alle informazioni riguardanti lo Stato e possedute dallo stesso, e devono avere la libertà di poterle condividere e riutilizzare.
  • Valore sociale e commerciale: in quest’era digitale, i dati sono la risorsa-chiave delle attività sociali e commerciali. Per favorire la disponibilità, l’accessibilità e l’apertura dei dati, i governi devono facilitare la mobilitazione e la creazione di attività che abbiano valore sociale e commerciale.
  • Partecipazione e impegno: la maggior parte delle volte i cittadini interagiscono sporadicamente con il proprio governo. Rendendo disponibili i dati, i cittadini possono essere direttamente informati e partecipare così al processo decisionale. Questo processo supera la sola Trasparenza: riguarda, infatti, la creazione di una società completamente “leggibile e modificabile”, che non è solo a conoscenza di cosa succede nei processi decisionali statali ma che è in grado di contribuire attivamente al loro sviluppo e al miglioramento della società.  

In questo contesto si inserisce Open Cooperazione che vuole favorire la trasparenza del settore italiano della cooperazione allo sviluppo e dell’aiuto umanitario. Grazie al contributo di tutte le Organizzazioni e gli Enti che prenderanno parte al progetto possiamo dare un contributo di trasparenza e reale accountability a tutti inostri interlocutori: cittadini, attivisti, volontari, donatori, media, ecc.  

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Lunedì 11 Gennaio 2016