Trasparenza del “donatore” Italia, siamo ancora in coda

Trasparenza del “donatore” Italia, siamo ancora in coda

L'Indice di Trasparenza degli Aiuti (Aid Transparency Index - ATI) valuta l'impegno globale di trasparenza da parte delle organizzazioni di ogni Paese, favorendo la pubblicazione da parte delle organizzazioni sia di informazioni generali che di quelle riguardanti le singole attività. Il 2013 ha visto un'evoluzione della metodologia relativa all'Indice di Trasparenza agli Aiuti -utilizzata anche nel Report 2014-, riconoscendo il progresso dei donatori per aumentare la trasparenza degli aiuti, sia in termini di impegno che di pubblicazione dei dati.

Uno zoom sull’Italia
 
L'Italia non è un membro della piattaforma IATI. Tuttavia, come Stato membro dell’Unione Europea, partecipa all’impegno collettivo dell’UE di trasparenza europea (EU Transparency Guarantee). Nel giugno 2013, insieme a tutti gli altri membri del G8 (ora G7), l'Italia si è impegnata ad attuare gli standard comuni, tra cui IATI, entro la fine del 2015; tuttavia, è l'unico paese del G7 a parte la Russia che deve ancora iniziare la pubblicazione dei dati in formato IATI, che potrebbe -finalmente- essere avviata entro dicembre 2015 -secondo la Direzione Generale per la Cooperazione-, anche se manca ancora di piani espliciti per la componente degli Standard IATI. Nel mese di luglio 2014, il governo italiano ha lanciato il suo nuovo Portale degli Aiuti (OpenAid Italia): un primo passo verso la trasparenza. La nuova legge sulla cooperazione che istituisce l’Agenzia Nazionale prevede inoltre un “allegato speciale” al bilancio del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (dove sono elencati tutti gli importi previsti per ogni ministero e assegnati in parte anche alle politiche di cooperazione allo sviluppo). Sempre nell’agosto 2014, sono state definite delle azioni per rafforzare i temi di pianificazione e responsabilità. L'Italia ha aderito all’OGP (Open Government Partnership), ma attualmente il suo Piano d'Azione Nazionale non include nessun impegno specifico per favorire la trasparenza degli aiuti.   

Con un punteggio del 15,7%, l’Italia è tra i Paesi appartenenti alla categoria “Very Poor”, collocandosi al 36° posto su 50 organismi bilaterali. Nonostante il punteggio complessivo sia aumentato di sei punti percentuali rispetto al 2013 (9,98%), grazie alla pubblicazione online di diversi documenti tra cui rapporti annuali, audit e strategie nazionali, rimane ancora uno dei Paesi meno trasparenti. Mentre mette in evidenza tutte le informazioni relative alla pianificazione delle organizzazioni, non mostra trasparenza riguardo alle informazioni finanziarie -mancano infatti i bilanci previsionali. L’Italia è poco trasparente anche rispetto agli indicatori riguardanti il livello delle attività: pubblica, infatti, solo informazioni base sulle attività in corso. Inoltre, non pubblica nessuna informazione in formati leggibili meccanicamente e non compila 23 dei 39 indicatori. Grandi passi verso la trasparenza e l’accountability sono ancora da realizzare. 
Per poter favorire, facilitare ed aumentare la trasparenza degli aiuti, l’ATI riporta alcune raccomandazioni per l’Italia:

  • Unirsi ai membri della piattaforma IATI e cominciare il prima possibile la pubblicazione dei dati in formato IATI, al fine di rispettare la scadenza del 2015.         
  • Ri-definire un calendario e degli obiettivi specifici, puntando verso la piena attuazione degli standard IATI entro la fine del 2015.
  • Aggiornare il suo Piano d'Azione Nazionale rispetto all’Open Government Partnership, includendo impegni ambiziosi in materia di trasparenza degli aiuti. 
Road to 2015
Nel frattempo, a soli sei mesi dalla deadline, all’interno della campagna Road to 2015 è stato pubblicato un riepilogo intermedio sulla performance dei Paesi membri dell’UE rispetto alla Trasparenza degli Aiuti (2015 EU Aid Transparency Review): nonostante alcuni dei donatori stiano pubblicando informazioni in formato IATI, in generale l’Europa è “off track” rispetto al raggiungimento degli obiettivi prefissati entro la fine del 2015. E l’Italia, unica nella categoria “very poor”, è il fanalino di coda in questa “corsa alla trasparenza”. È una “call to action” che chiede di mantenere le promesse fatte: “Chiediamo ai donatori di migliorare la loro trasparenza anche pubblicando quello che finanziano…Questo ci renderà più efficienti e permetterà ai donatori ed ai nostri cittadini di supportarci nella resa dei conti” (Dr. Ernest Bai Koroma, Presidente della Repubblica della Sierra Leone, durante la EU Ebola Recovery Conference, Bruxelles, -marzo 2015).



Lunedì 8 Giugno 2015